Finalmente la tecnologia del naso artificiale si evolve: l’Università di Warwick e del Leicester ha messo a punto un sistema per dotare la parte sensibile della macchina, già usata nel’industria alimentare e in quella profumiera, di un accorgimento in grado di aumentarne notevolmente la capacità di recepire ed elaborare i diversi range di tracce olfattive. Si tratta di uno strato di polimeri dello spessore di un millesimo di centimetro, che simulerebbe il muco presente nel sistema olfattivo umano, deputato a scindere e selezionare le molecole odorifere in base a pattern omogenei per forma, dimensioni e velocità, prima che i recettori nasali li recepiscano per inviarli al cervello umano (o all’equivalente rete neurale di processori del sistema artificiale), in grado di associarli a diverse tipologie aromatiche. In questo modo è possibile migliorare le prestazioni del sistema, che restano comunque inferiori a quelle naturali di un ordine di grandezza pari a cento milioni di volte (il rapporto esistente tra i numeri dei recettori operanti nei due sistemi). Pare che il nuovo naso artificale sia stato reso in tal modo capace di individuare differenze simili a quella esistente tra il latte e la panna.
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